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Denso Inganno

by IN.SI.DIA

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1.
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A Causa Tua 04:30
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Cosa Resta 04:22
5.
6.
7.
Sogno Reale 05:59
8.
9.
Sintesi 04:33
10.
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about

L’anno era il 1993. Dall’ostica Brescia, città schiva ma nello stesso tempo ricca di fascino, s’innalzò all’improvviso un grido di rabbia; anzi, di “Istinto e Rabbia”. Gli IN.SI.DIA (acronimo di Inviolacy Sinful Dialogue) spararono sulla folla impreparata un autentico album ‘bomba’, che diventò nel tempo una vera e propria pietra miliare del thrash metal tricolore. Ispirati dalla velocità grezza e primordiale della Bay Area d’oltreoceano, i Nostri pigiarono senza paura sull’acceleratore, regalandoci brani che hanno fatto storia come “Parla Parla”, “Grido” e “Il Tempo”, in cui, oltre alla furia sonora, traspariva il lato più introspettivo e cadenzato del gruppo lombardo. La corsa alla vetta nazionale di un genere musicale comunque difficile da proporre in Italia, cantato per di più in lingua madre, prendeva ulteriore quota nel 1995, con la pubblicazione del secondo full-length, “Guarda Dentro Te”. Il successo era ormai alle porte, gli IN.SI.DIA si imbarcarono in un tour internazionale lungo due anni, prima di ritornare in studio per il terzo, e decisivo album. Tuttavia, la prova del nove però non arrivò: frizioni interne ed alcune incomprensioni con la casa discografica di allora, portarono all’inatteso scioglimento della band. I lavori realizzati rimasero comunque ben incisi nella memoria e soprattutto nelle orecchie di molti metallari, così che il gruppo bresciano si trasformò in una sorta di cult band comunque mai dimenticata. Tanto che, nel 2011, a seguito della ristampa dei due album da parte della “Jolly Roger”, il nome IN.SI.DIA ritornò a circolare con prepotenza tra i fan, più o meno datati, del metallo italiano. Il ‘richiamo alle armi’ divenne realtà nel 2014 quando il combo bresciano ritornò sul palco in occasione del Metalitalia.com Festival, in compagnia, tra gli altri, di At The Gates, Impaled Nazarene e Master. E dopo il palco ecco, di nuovo, lo studio. A distanza di vent’anni, Fabio Lorini, Manuel Merigo e Alberto Gaspari tornano ad imbracciare rispettivamente basso, chitarra e bacchette. All’appello manca però la voce storica di Riccardo ‘Yard’ Panni; sarà lo stesso Lorini a prendersi l’onore, ma soprattutto l’onere di sparare nuovamente sulla folla tutta la rabbia accumulata in questi di anni di silenzio. Il risultato si chiama “Denso Inganno”: cinquantasei minuti di ottimo thrash made in Italy, cantato come sempre in lingua madre. Chiariamo subito un concetto: la voce di Lorini non è ovviamente quella di Panni, più adatta allo screaming e in generale a tonalità più alte rispetto a quella dell’odierno singer-bassista. Diciamo piuttosto che Panni era il cantante giusto per quei due album e lo stesso vale per Lorini con la presente ultima fatica. Chiusa la parentesi vocale, entriamo a piè pari nell’inganno del nuovo millennio. Le porte si aprono e sbattono immediatamente contro un muro sonoro. “Il Mondo Possibile”, pur non essendo uno dei pezzi migliori del lotto, ci presenta un gruppo in buona forma e pronto all’immediato scatto in avanti; con “Mai Perdere Controllo”, infatti, il pedale comincia a battere vorticosamente. Come in passato, le composizioni degli IN.SI.DIA si caratterizzano per un continuo sali e scendi di emozioni e di ritmo; ” A Causa Tua” ne è la perfetta testimonianza, con il suo incedere più modulato e intimo, inframmezzato da stacchi maggiormente tirati. Diversamente dai tempi che furono, si nota come i Nostri abbiano spostato il tiro su altri lidi o meglio, su altre zone geografiche. Se infatti, i primi IN.SI.DIA strizzavano maggiormente l’occhio al polverone innalzato dalla terra a stelle e strisce, quelli del nuovo millennio si sono riavvicinati al continente europeo, e precisamente in località Germania: gli accenni ai recenti Sodom si fanno notare in diverse occasioni; ascoltatevi la terremotante “Cosa Resta” e capirete. Ora, assodata la complessità nell’abbinare la metrica regolare italiana alla forma più selvaggia del metal, Lorini e compagni, nonostante qualche leggera ed ovvia difficoltà, riescono a districarsi nell’intento in modo egregio. Ed è proprio la title-track a confermare quanto appena scritto: come “Il Tempo”, anche “Denso Inganno” prende avvio su ritmiche più leggere, riflessive, salvo lanciarsi nel vuoto come un treno impazzito da metà brano in poi, lasciando l’ascoltatore quanto meno sorpreso. L’asticella della violenza si rialza grazie a “La Casa dei Segreti”, in cui gli IN.SI.DIA, mischiando la vecchia formula thrash con sonorità più moderne, preparano il terreno per quella che, quasi sicuramente, sarà un must dei prossimi live: il grido spasmodico, magari non proprio ricercato, “Quello che voglio me lo voglio godere” del pezzo “Il Vero Potere” è pronto, infatti, per essere urlato a squarciagola da coloro che seguiranno i prossimi show della band. La formula adottata sin qui si ripeterà quindi sino al termine dell’album, fatta eccezione per la strumentale “Sintesi” dove, al sottoscritto, dal nulla, gli è parso di sentire in sottofondo un vecchio Fridèn alle prese con gli In Flames della generazione “Whoracle”. “A Conti Fatti” chiude con un thrash compatto un ritorno che, a conti fatti (giusto per rimanere in tema), oltre che tanto rispetto merita un plauso: le attese, come del resto i dubbi, sul comeback degli IN.SI.DIA erano parecchie. Rinnovarsi, ripetersi o comunque confermare quanto di buono, di ottimo, realizzato in passato non era facile. La storia non si può certo riscrivere; la rabbia e l’istinto sono comunque rimasti quelli di un tempo. Possiamo dirlo finalmente: bentornati IN.SI.DIA.

credits

released August 18, 2017

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IN.SI.DIA Italy

Trash Metal band from Italy

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